“Rufus!” esclamò François. “Amico mio!”. Lo abbracciò: “Come te la passi, gran bastardo di uno yankee di madre incerta?”.
Rufus, sorridendo, ricambiò l’abbraccio o, almeno, tentò di farlo. Era notevolmente più piccolo del suo amico, corporatura media, alto circa un metro e settanta, molto affascinante ed elegante nei modi. Rufus era americano, possedeva diverse aziende d’import/export sparse in tutto il mondo.
Aveva una fissazione per tutto ciò che apparteneva al periodo gotico. La sua collezione era così ampia da far impallidire il più fornito dei musei.
“Sto benone, brutto steroidato di una checca francese. Tu come te la passi?” chiese sorridendo Rufus.
“E come vuoi che me la passi? Da Dio!”.
I due risero.
“Rufus, da quanto non ci vediamo?”.
“Se non ricordo male, dalla peste a Parigi”.
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(foto: Valentina Bovini, Corso Vannucci, Perugia)