L’Invincibile (Niezwyciężony) è un romanzo di fantascienza dello scrittore polacco Stanisław Lem, pubblicato nel 1964.
Il romanzo è stato iniziato nel giugno del 1962 nella città di Zakopane, in Polonia, e terminato nel 1963. Il libro è stato pubblicato nel 1964, edito negli Stati Uniti nel 1973 con il titolo The Invincible, ritraducendo in inglese una precedente edizione in lingua tedesca del 1967 (Der Unbesiegbare).
L’opera tratta uno dei temi ricorrenti di Lem, ossia il mistero di strane entità, eventi e luoghi, come pretesto narrativo per ridimensionare la presunta onnipotenza dell’Umanità, mettendone in risalto, al contrario, i suoi limiti.
Il Nuovo Romanzo di Andrea Bindella
Matrice Cyberpunk (genere fantascenza)
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Il sergente John Anderson odia questa prigione virtuale, ma è costretto a lavorare per “loro” se vuole continuare a vivere.
Il ribelle Baphomet, invece, vuole mostrare a tutti la verità anche se questo lo trasformerà in un “loro” schiavo.
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QUARTA DI COPERTINA
L’incrociatore galattico Invincibile raggiunge il pianeta Regis III della costellazione della Lira, distante anni luce dalla Terra. La missione è di rintracciare un’astronave gemella e il suo equipaggio. Agli occhi dell’ufficiale Rohan e dell’astrogatore Horpach, e dei soldati e scienziati che compongono l’equipaggio dell’Invincibile, si affaccia un paesaggio sinistro: una distesa di sabbia del tutto spoglia, contornata da oceani d’acqua. Il mistero traspare anche da altri segni: gigantesche formazioni che sembrano comporre le rovine di una «città» che non somigliava a nulla che occhio umano avesse mai visto; acque popolate da esseri simili ai pesci terrestri ma in più dotati di una particolare sensibilità ai campi magnetici. L’avventura che Rohan e Horpach affrontano è a rischio estremo, ma soprattutto rivela una realtà che sconvolge le loro più strutturate certezze, cognitive così come esistenziali. Il polacco Stanisław Lem è tra i maestri della fantascienza moderna. I critici lo considerano una sorta di Conrad degli spazi, per il suo modo (Francesco Cataluccio, nella Nota al volume, parla di «esplorazioni esistenziali») di affidare le azioni avventurose a personaggi psicologicamente tormentati. Era inoltre il tenace assertore di una narrativa che libera gli scenari fantastici più arditi partendo da una base di severo rigore scientifico. Così i suoi romanzi pongono con forza alcune domande: cos’è una vita? Cos’è una mente? Intelligenze aliene possono comunicare tra loro? Esisterà un evoluzionismo artificiale, non biologico? Ed è straordinario come questi interrogativi siano oggi ancora più attuali di quando scrisse.
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L’AUTORE
Stanisław Herman Lem (Leopoli, 12 settembre 1921 – Cracovia, 27 marzo 2006) è stato uno scrittore polacco, autore prolifico e brillante che coniugò il genere della fantascienza con il romanzo filosofico.
Uno dei suoi romanzi più celebri è Solaris. Nel 1972 il regista sovietico Andrej Arsen’evič Tarkovskij ne ha tratto l’omonimo film, il cui grande successo lo ha reso popolare al di fuori della sua patria.
I suoi libri, alla sua scomparsa nel 2006, erano stati tradotti in almeno 41 lingue e venduto oltre 27 milioni di copie, facendone uno degli scrittori europei di fantascienza più letti al mondo.
Nei suoi romanzi trovano spazio riflessioni sia filosofiche che religiose fino a considerazioni di carattere puramente politico, a volte velate, a volte decisamente esplicite. Ne è un esempio una forte critica al sistema sociale capitalista nel suo primo romanzo di fantascienza, Il pianeta morto (Astronauci, 1951), dove pone l’accento sul carattere autodistruttivo di un’ipotetica società basata sull’egoismo e sul desiderio di predominio, che prima di riuscire a procedere con i propri intenti di conquista, implode in se stessa. Tuttavia non risparmia critiche al socialismo sovietico quando in Eden (1959), dove alcuni uomini, a seguito di un naufragio in un pianeta sconosciuto, sperimentano, a causa dell’incolmabile distanza culturale, l’incomunicabilità e l’incomprensione con la forma di vita (vagamente umanoide) predominante, esprime tutto il suo dissenso verso qualsiasi tentativo di controllo dell’informazione. Non a caso questo spirito critico, che determina una sottile ambiguità politica, ha procurato a Lem pesanti ripercussioni e accuse di vario genere, sia in patria che in occidente.
Tuttavia la caratteristica più importante di Stanislaw Lem è la profonda riflessione esistenziale che è centrale in quasi tutte le sue opere, dove l’uomo è costretto a confrontarsi con se stesso, sia nella sua individualità che nella sua appartenenza ad una società, una cultura od un contesto, alternando realtà oggettive a realtà soggettive. L’uomo di Lem affronta l’incomprensibile attraverso un viaggio interiore che lo porta a delle scelte rassegnate, dove prevalgono emozioni e valori soggettivi, quando, ad esempio, in Solaris (1961), un Dio bambino (così definito perché sembra non aver ancora preso coscienza di essere tale), gioca con degli esseri umani trasformando i loro ricordi in persone reali.
Le opere di Lem stimolano molteplici riflessioni, e per questo i suoi romanzi sono continuamente riscoperti e valorizzati, ma non è secondario che la rigorosa accuratezza scientifica renda la sua produzione (anche quella realizzata tra gli anni cinquanta e settanta) fortemente realistica ed attuale.
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