Sono passate diverse settimane da quando Alessandra mi ha regalato parecchi romanzi delle collane “Urania e Giallo Mondadori” e voglio ringraziarla.
Pubblicata da oltre 60 anni, il suo ruolo nella diffusione della letteratura fantascientifica tra gli italiani è rilevante: molti scrittori di fantascienza come Asimov, Ballard, Dick, Le Guin e altri furono pubblicati per la prima volta in questi libri dal cerchio rosso in copertina.
La collana ha inoltre istituito un noto premio letterario per autori italiani di fantascienza, che ha scoperto e lanciato autori come Luca Masali, Valerio Evangelisti, Francesco Verso.
Nel 1952 la casa editrice Mondadori lanciò contemporaneamente con questo nome una rivista di racconti di fantascienza e una collana di romanzi (I romanzi di Urania), ispirandosi per il nome a Urania, la musa dell’astronomia. Il primo dei Romanzi di Urania, Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke, uscì in edicola il 10 ottobre 1952.
Nel corso degli anni, Urania ha dato vita a numerose collane “figlie”, serie parallele che propongono altre forme espressive della fantascienza, come i fumetti o i romanzi tratti da videogiochi. Altre collane, invece, ristampavano semplicemente romanzi famosi apparsi anni prima sulla serie “madre” e considerati dei classici.
Il ruolo di Urania nella lettura fantascientifica degli italiani è considerato rilevante: molti autori come Isaac Asimov, Ballard, Dick e tanti altri furono pubblicati per la prima volta in questi libri dal cerchio rosso in copertina (la cui parte grafica è stata per lunghissimo tempo curata da Karel Thole). La distribuzione come rivista e non come collana, d’altronde, ha costantemente reso difficile l’accessibilità nel tempo alle opere ivi pubblicate, data la difficoltà di reperire i numeri arretrati, per i quali pure è fiorito un mercato dell’usato.
Sotto la direzione di Giorgio Monicelli nel 1961 Urania pubblicava anche una piccola parte di opere di autori italiani, seppure solo sotto pseudonimi o con nomi non immediatamente riconducibili all’italiano (come L. R. Johannis). In seguito non vennero più pubblicati autori italiani per 35 anni, fino al 1989 quando la collana ha istituito un omonimo concorso letterario, il Premio Urania, riservato a opere inedite di fantascienza italiana, che prevede la pubblicazione del romanzo vincitore, lanciando in questo modo autori come Luca Masali e Valerio Evangelisti.
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Disegnate inizialmente da Kurt Caesar, Carlo Jacono e Luigi Garonzi, dal 1960 le copertine di Urania furono affidate a Karel Thole, un illustratore olandese trasferitosi a Milano proprio in quegli anni, il quale vi lavorò ininterrottamente per decenni contribuendo in maniera sostanziale al periodo d’oro della testata. In copertina dal 1964 comparve il cerchio rosso, l’oblò lunare voluto da Anita Klinz, l’art director della Mondadori, che divenne un simbolo facilmente riconoscibile della collana.
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La serie, la cui stampa comincia nel 1929, nei primi anni della sua comparsa nelle edicole esce sotto il nome de I libri gialli, che, nell’aprile del 1946, viene modificato ne Il Giallo Mondadori, nome che ha poi mantenuto. La periodicità fu inizialmente irregolare: i primi quattro numeri uscirono insieme nel 1929, senza numerazione e con una copertina differente da quella dei volumi successivi: erano privi di sovraccoperta e l’illustrazione di copertina era iscritta in un esagono, invece che nel cerchio che poi diventerà segno distintivo della collana per parecchi decenni successivi. Parimenti nel 1930 furono pubblicati quattro numeri; le uscite si intensificarono divenendo quindicinali nel settembre 1931. Vendute a 5 lire con una tiratura media di 50.000, le opere erano stampate in volumetti in sedicesimo. Alla serie principale sono stati affiancati nel tempo diversi supplementi e collane parallele aventi varie periodicità.
In memoria di Alberto Tedeschi nel 1980 è stato istituito un omonimo premio, dedicato a romanzi gialli italiani inediti e consistente, per i vincitori, nella pubblicazione all’interno della collana del Giallo Mondadori.
Il Giallo Mondadori è all’origine dell’uso del termine “giallo” nella lingua italiana, nell’accezione usata per indicare un’opera letteraria o cinematografica che narra di fatti delittuosi e, generalmente, delle relative indagini a loro connesse. Il termine è entrato anche nel linguaggio giornalistico per definire fatti di cronaca, perlopiù omicidi, di cui non si conoscono i moventi o i responsabili.
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