Diario dell’anno della peste o La peste di Londra (A Journal of the Plague Year) è un romanzo storico di Daniel Defoe pubblicato anonimo nel 1722.
Il Diario di Defoe sulla Grande peste di Londra del 1665 è stato spesso confrontato col diario di Samuel Pepys. Sebbene Defoe scrivesse di eventi accaduti molti anni prima, il suo stile giornalistico rende più realistiche le sue descrizioni. La descrizione della peste di Londra di Defoe è stata confrontata anche con la descrizione della peste nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Per secoli, il sangue degli inglesi si è raggelato al ricordo del grido “Portate fuori i vostri morti!”, il macabro annuncio propagato lungo le vie di Londra dai raccoglitori di cadaveri che attraversavano la città ammucchiando corpi su una carretta. La grande peste colpì la capitale del regno tra il 1664 e il 1666, uccidendo oltre 100.000 tra uomini, donne e bambini, un quinto dell’intera popolazione. Il racconto di quella che fu l’ultima grande epidemia di peste bubbonica in territorio britannico fu redatto nel 1722 da Daniel Defoe che, all’epoca dei fatti, era ancora un bambino. Basandosi sui propri ricordi e su un’assoluta fedeltà a elementi storici e documentali, Defoe fece confluire nel Diario i suoi due grandi talenti di giornalista e romanziere. Attraverso gli occhi e i controversi sentimenti del protagonista ricostruì le sconcertanti tappe del contagio, i primi annunci di vittime, gli stratagemmi per sfuggire al focolaio, il panico e infine l’incendio che devastò gran parte della città ponendo fine alla diffusione del morbo.
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Daniel Defoe (Stoke Newington, 1660 – Moorfields, 24 aprile 1731), è stato uno scrittore e giornalista britannico. Viene frequentemente indicato come il padre del romanzo inglese e ricordato soprattutto per essere l’autore di Robinson Crusoe.
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La famiglia di Defoe era di credo presbiteriano dissenziente; egli fu mandato a scuola all’accademia dissenziente di Stoke Newington Green, diretta da Charles Morton (in seguito vicepresidente di Harvard); qui non seguì studi classici, ma si dedicò a discipline come l’economia, la geografia e le lingue straniere. Daniel, contro la volontà del padre, scelse di non diventare pastore presbiteriano e di dedicarsi agli affari. In questo ramo ebbe un grande successo, e poté sposare Mary Tuffley, figlia di un cattivo mercante, ottenendo tra l’altro una dote di 3.700 sterline. Da Mary ebbe sette figli.
La miscela di realtà e finzione, attendibilità e sensazionalismo, propositi edificanti e gusto del racconto a fine d’intrattenimento costituiscono nella scrittura di Defoe quel genere intimamente ibrido che è il romanzo moderno. Starà poi ad altri, successivi scrittori di diversi paesi sfruttarne le potenzialità; ma di certo la prima sintesi narrativa funzionante (prova ne è il successo di cui ancora godono oggi questi libri) è stato l’astuto e “disonesto” Daniel Defoe.
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