Capitolo II – NIKA
«Chi ti ha mandato, cosa vuoi da me?» chiese, disperato, l’uomo.
«Le ho detto di stare zitto! Non vorrà farmi arrabbiare?». Fissò Krault per un attimo e gli fece l’occhiolino. «Vedrà che nessuno si farà male. Può anche chiedere aiuto, se vuole, ma non credo che la sentiranno: le pareti e le finestre sono insonorizzate». Sembrò riflettere sul da farsi. «Le saranno costati cari questi suoi strani giochetti sessuali».
Jennifer prese Hangy per le ascelle e la mise in piedi; le fece impugnare la pistola e prese la mira.
«Addio, signor Krault!» esclamò.
Jennifer fece pressione sul dito di Hangy appoggiato al grilletto della pistola e colpi l’uomo al torace con quattro colpi. Poi, rapidamente, si sparò alla spalla sinistra. Tolse i guanti, che scomparvero non appena spinse nuovamente il bottone sul bracciale. Si avvicinò al tavolino di cristallo, ne prese una grossa scheggia, piuttosto lunga, e la conficcò nel cranio di Hangy, procurandosi così anche una ferita al palmo della mano destra.
«Ora non rimane che chiamare la sicurezza». Sospirò.
Si avvicinò alla porta della camera, la aprì e si lasciò cadere sul pavimento.
«Aiuto! Aiuto! Vi prego aiutatemi!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola e scoppiò a piangere.