Ubik (in Italia tradotto anche col titolo Ubik, mio signore) è un romanzo dello scrittore statunitense Philip K. Dick pubblicato nel 1969.
Ubik è considerato uno dei migliori romanzi di Dick, nel quale la sua classica tecnica di entropica dissoluzione della trama e dei personaggi è costantemente spinta da una fantasia irresistibile e da un umorismo nero devastante. Questo romanzo venne pubblicato negli Stati Uniti al culmine dell’ondata psichedelica, e per lungo tempo è stato ritenuto il prodotto delle esperienze dello scrittore californiano con l’LSD. In realtà Dick provò per una sola volta l’acido, e per quanto alcune scene del romanzo nascano dalle visioni avute in quell’occasione, il libro è prevalentemente costruito dalla fantasia di Dick, alimentata per lo più dalle anfetamine.
L’atmosfera allucinatoria e folle del romanzo deriva di fatto dall’interferenza di due piani di realtà, uno dei quali in continua trasformazione, tecnica classica della fantascienza, ma anche della letteratura postmoderna. L’interesse dell’autore verso lo gnosticismo e in particolare verso la figura del demiurgo ebbe una non trascurabile influenza sulla stesura dell’opera.
Philip K. Dick scrisse nel 1974 anche una sceneggiatura per un film che doveva essere tratto dal suo romanzo ma che non fu mai realizzato.
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QUARTA DI COPERTINA
Glen Runciter comunica con la moglie defunta per avere i suoi consigli dall’aldilà. Joe Chip scompare dal mondo del 1992 e si ritrova nell’America degli anni Trenta. Una trappola mortale ha annientato i migliori precognitivi del sistema solare. È in corso una lotta per scrutare il futuro, in un’impossibile dissoluzione del presente; mondi e tempi diversi fluiscono contemporaneamente, la vita si scambia con la morte. In “Ubik” Philip K. Dick affronta alcuni dei suoi temi più profondi: l’illusione che chiamiamo realtà, la mancanza di un tessuto connettivo e di un principio unificatore al di sotto dell’apparenza delle cose, il mistero di un Dio che tiene i dadi della vita e della morte.
INFLUENZA DI UBIK
Ci sono almeno due romanzi che sono stati evidentemente ispirati da Ubik, anche se ne hanno rielaborato in modo originale idee, trovate, tecniche e atmosfere tratte dal testo di Philip K. Dick. Uno è il romanzo Amnesia Moon di Jonathan Lethem; l’altro è Cherudek di Valerio Evangelisti. Quest’ultimo ha notato che a sua volta Ubik è molto vicino a un altro romanzo di Dick, uscito pressoché nello stesso periodo, Labirinto di morte (secondo alcuni un’opera minore, secondo altri un gioiello ingiustamente trascurato); e che entrambi devono molto a Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.
STAY CURIOUS!
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Verosimilmente uno dei migliori libri di Dick. “Io sono vivo, e voi siete morti”.