Un viaggio in tram la notte di Natale sospeso tra i crampi della fame e il desiderio di Dio. Un romanzo “natalizio” firmato da Giosuè Calaciura.
…Agitava le manine perfette, lavori di natura benfatti, con le palme rosate che sembravano frutti appena sbucciati in contrasto con la pelle nera come il buio di quella notte, ancora lucida dei liquidi della nascita, ancora sporca dei resti di placenta e di cordone tagliato con la fretta della fuga un po’ più in alto dell’ernia ombelicale. Molti avrebbero detto che era quello il tratto distintivo — il segno — che lo rendeva diverso da ogni altro neonato abbandonato sui mezzi del trasporto pubblico…
QUARTA DI COPERTINA
Un tram, che si fa immaginare come isola di luce nel buio della notte di Natale, viaggia nell’estrema periferia. Dentro porta un mistero, fragile e abbandonato. Salgono povere persone che hanno finito la giornata. La prostituta deportata dall’Africa, il suo disgraziato cliente, il clandestino che vive di espedienti, l’artista vinto dalla malattia, l’infermiera assediata dalla solitudine, il ragazzo che non riesce a mettere insieme la cena per la compagna e la figlia. Vanno verso la notte di vigilia che li aspetta, o che semplicemente non li aspetta. Ciascuno porta con sé, nei pensieri, nel ricordo, sul corpo, una storia diversa e complicata, che parla di loro stessi e di altri, ma pur sempre impastata di impotenza e di rabbia. Ma quel mistero gettato in fondo ai sedili, dietro la cabina dell’autista assuefatto all’indifferenza, li raccoglie tutti insieme, come un presepe viaggiante, miraggio di salvezza. Per quanto ognuno di loro senta che non c’è salvezza fuori da quel tram di Natale. Nella sua prosa fortemente lirica, che ha la capacità di modularsi ai momenti del racconto, quasi di musicarli, Giosuè Calaciura con gli strumenti della letteratura ci restituisce l’urgenza, la profondità e le contraddizioni del nostro tempo. Alla Dickens (il cui Canto di Natale questo racconto apertamente richiama), senza timidezze nel mettersi decisamente dalla parte della denuncia e dell’impegno.
Lo scopo è quello di affermare che la società ha una sostanza umana irrinunciabile e di mostrarne il tenace desiderio di esistere. Così, libro dopo libro, Calaciura va componendo un romanzo delle strade che non hanno nome.
L’AUTORE
Giosuè Calaciura è nato a Palermo nel 1960. Giornalista, collabora con Rai Radio3, scrive per quotidiani e riviste. I suoi racconti sono apparsi in diverse raccolte (thrillermagazine.it/17540/il-tram-di-natale).