La giustizia è fragile come la vita e casuale come la caduta di un fulmine.
Nel terzo capitolo della serie che lo vede protagonista, Joe Dillard è alle prese con una complessa storia di avidità, tradimenti, abusi di potere e omicidi che metterà in crisi la sua stessa idea di giustizia.
QUARTA DI COPERTINA
La notizia del suicidio dell’avvocato Ray Miller sconvolge il viceprocuratore distrettuale Joe Dillard. La vista del corpo senza vita del suo amico fraterno impiccato a un albero scatena in lui una rabbia e un senso di rimorso tali da spingerlo a cercare a ogni costo la verità. Perché Ray si è tolto la vita? C’è forse qualcos’altro dietro la sua morte? Nel frattempo, Dillard è chiamato a indagare sulla misteriosa scomparsa di una giovane dipendente dell’ufficio del procuratore distrettuale, un caso più intricato di quanto le premesse facciano ipotizzare… Le indagini sulla morte di Ray procedono intanto serrate, ma le piste tracciate convergono in un punto di fuga che Dillard non avrebbe mai immaginato. A essere coinvolti sono gli affetti più cari della vittima, persone che lui non avrebbe mai sospettato potessero macchiarsi di un crimine tanto efferato. Ormai a un passo dalla risoluzione del caso, Dillard sente di aver superato il limite oltre il quale la sete di giustizia rischia di travolgere l’esistenza delle persone che ama. Ma non ha scelta: la verità è dietro l’angolo, deve solo trovare il coraggio di guardarla negli occhi.
INCIPIT
Il mio nome è Joe Dillard e sono appoggiato a una recinzione di metallo mentre guardo una partita di baseball al liceo Daniel Boone di Gray, nel Tennessee, durante una giornata spettacolare e piena di sole all’inizio di maggio. Il cielo è azzurro e senza nuvole, una leggera brezza soffia sul campo e il profumo dell’erba tagliata riempie l’aria.
Siamo in cinque ad assistere all’incontro da quel punto, accanto al palo che determina se un lancio è valido: io, mia moglie Caroline, la sua migliore amica Toni Miller, il mio, di migliore amico, Ray Miller (marito di Toni) e Rio, il nostro pastore tedesco. I Dillard e i Miller guardano i loro figli giocare insieme a baseball da dieci anni, alternando la gioia per le loro vittorie all’agonia delle sconfitte. Rio è relativamente un novellino — è con noi solo da tre anni — ma pare godersi le partite tanto quanto noi.
Io e Ray Miller abbiamo molto in comune. Siamo entrambi avvocati. Dopo molti anni in cui abbiamo esercitato come difensori penalisti sono passato all’accusa, mentre Ray è rimasto in quello che ora io definisco ‘il lato oscuro’. Lo prendo in giro regolarmente sul fatto che difende canaglie, ma so che lo fa per le giuste ragioni e per questo lo rispetto. Non imbroglia, non mente, non prova a usare trucchi. Tende a vedere le cose in bianco e nero, un po’ come me. Entrambi disprezziamo gli abusi di potere, in particolar modo da parte di giudici, anche se Ray a riguardo ha il dente più avvelenato di me. Abbiamo circa la stessa età ed entrambi siamo devoti alle nostre famiglie.
Guardiamo la partita da quella posizione fuori dal campo, lontano da genitori e giocatori perché non vogliamo distrarre i nostri figli. Non gridiamo loro come gli altri, non critichiamo gli arbitri o gli allenatori. Guardiamo e ci preoccupiamo. Se succede qualcosa di bello, esultiamo. Se succede qualcosa di brutto, ci accigliamo.
Mio figlio, Jack, è il battitore migliore della squadra Boone. Il figlio di Ray, Tommy, è il miglior lanciatore. Il novembre scorso entrambi hanno firmato lettere per poter continuare la loro carriera sportiva nella Prima Divisione del college. Jack ha firmato per la Vanderbilt e Tommy per la Duke. È stato uno dei momenti della mia vita di cui vado più fiero.
L’AUTORE
Scott Pratt ha scritto per quasi tutta la sua vita.
Ha iniziato come collaboratore di una pubblicazione di scuola superiore, poi ha vinto il McClellan Award per la scrittura straordinaria mentre si è laureato in inglese presso la Tennessee State University.
In seguito ha lavorato come giornalista, editorialista e redattore di giornali su Johnson City e Kingsport, nel Tennessee. Scott ha conseguito una laurea in giurisprudenza presso l’Università del Tennessee nel 1998 dopo aver percorso oltre duecento miglia al giorno per tre anni (thrillermagazine.it/17482/ingiustizia-totale).