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“VOX”, IL ROMANZO DISTOPICO DI CHRISTINA DALCHER

Ogni giorno pronunciamo in media 16.000 parole, parole che usiamo per lavorare, per chiacchierare con gli amici, per esprimere la nostra opinione. Immagina di poter dire 100 parole al giorno: non una di più, ma soltanto se sei una donna.

QUARTA DI COPERTINA
Fino a poco tempo fa, Jean McClellan era una neurologa affermata. Adesso, a causa di una serie di leggi varate dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Jean non soltanto non può più lavorare, ma non le è permesso neppure leggere, scrivere, parlare. Le donne, infatti, possono pronunciare solo cento parole al giorno. Se superano quel limite, il braccialetto che sono costrette a portare trasmette una scarica elettrica, che diventa più forte a ogni parola di troppo. Così, a cena, Jean e la figlia Sofia mangiano in silenzio mentre suo marito Patrick e i tre figli maschi chiacchierano spensieratamente. A scuola, i ragazzi studiano letteratura, scienze e arte; le ragazze economia domestica. E se Jean ancora si chiede come tutto ciò sia potuto succedere, Sofia e i suoi fratelli sembrano aver dimenticato la loro vita precedente. Perfino Patrick si è conformato alla nuova realtà con una rapidità sconcertante.
Un giorno, però, un gruppo di agenti governativi bussa alla porta di Jean: il fratello del presidente ha avuto un incidente che gli ha causato gravi danni cerebrali e lei è l’unica che possa salvarlo. In via del tutto eccezionale, sono disposti a disattivare il suo braccialetto e quello della figlia. Sebbene non abbia nessuna voglia di aiutare le persone che l’hanno letteralmente messa a tacere, Jean non resiste alla prospettiva di tornare a essere se stessa. Ma le basta un’occhiata per capire che non le è stata detta tutta la verità: il fratello del presidente è rimasto ferito pochi giorni prima, eppure nel laboratorio allestito alla Casa Bianca ci sono macchinari all’avanguardia e attrezzature sperimentali… Jean teme che l’incidente sia solo un pretesto dietro cui si cela un piano terrificante. Un piano di cui lei è la chiave di volta. Disgustata e atterrita, Jean dovrà decidere se rischiare il tutto e per tutto pur di far crollare il sistema e restituire a sua figlia e a tutte le donne un mondo più giusto. È il momento di far sentire la sua voce, prima che le venga portata via per sempre.

L’AUTRICE
Christina Dalcher si è laureata in Linguistica alla Georgetown University con una tesi sulla gorgia toscana. Ha insegnato italiano, linguistica e fonetica in diverse università del Regno Unito, prima di diventare ricercatrice presso la City University London. Parallelamente alla sua carriera accademica, ha sempre coltivato la sua passione per la narrativa, cui ora si dedica a tempo pieno. Vox è il suo primo romanzo (www.fantasymagazine.it/29168/e-in-libreria-la-distopia-vox).

 

4 commenti su ““VOX”, IL ROMANZO DISTOPICO DI CHRISTINA DALCHER”

  1. Caspita! Questa mi sembra una storia -intelligente-; ben pensata. Spero che sia anche ben raccontata. Mi è venuta una gran voglia di leggerlo. Amo questo genere di storie. Buona giornata.

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