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“I ROBOT LUNARI” DI RUDY RUCKER

Il primo romanzo della tetralogia “WARE” di Rudy Rucker.

È dai tempi del Frankenstein di Mary Shelley che la fantascienza cerca di avvertire l’umanità del pericolo costituito dalla creazione di esseri artificiali, a dire il vero senza troppa fortuna, visto che si sta procedendo a grandi passi verso la creazione di intelligenze artificiali capaci di pensiero autonomo.

La tetralogia “WARE” di Rudy Rucker è l’ennesima opera che parla di robot senzienti e del pericolo che rappresentano: “Software – I nuovi robot” è il primo romanzo di questa serie.
I boppers, creati dallo scienziato Cobb Anderson, in breve tempo si sono evoluti superando le tre leggi della robotica e hanno fondato una loro civiltà sulla Luna.
Ora il loro scopo è quello di realizzare una sintesi tra umani e robot, una fusione di carne e software chiamata “Meatbop”, sarà il loro creatore Cobb Anderson ormai vecchio e alcolizzato, la chiave per la sostituzione dell’umanità.

QUARTA DI COPERTINA
Cobb Anderson ha creato i “Bopper”, robot senzienti che hanno finito per controllare i loro padroni umani. Ormai vecchio e alcolizzato aspetta solo di morire, mentre i bopper più evoluti minacciano di assorbire quelli meno sofisticati – e, perché no, anche gli umani – in una gigantesca coscienza collettiva. Alcuni bopper, però, non sono troppo entusiasti dell’idea, e scatenano una rivolta robotica sulla Luna (dove vivono i bopper). Nel frattempo, Ralph Numbers, il bopper che il suo creatore aveva pensato come il primo gradino per l’evoluzione di una nuova specie, vuole donare l’immortalità ad Anderson.

L’AUTORE
Rudolf Von Bitter Rucker è nato il 22 marzo 1946 a Louisville (Kentucky), ed è un matematico statunitense. Da sempre appassionato di fantascienza, esordisce nel 1980 con “White Light, or, What Is Cantor’s Continuum Problem?” (Luce bianca). Il romanzo “Software – I nuovi robot” (Software, 1982) apre il ciclo del “Ware” e ha vinto il premio Philip K. Dick nel 1983. Considerato un esponente del cyberpunk, Rudy Rucker preferisce definirsi il fondatore del transrealismo per “raccontare la propria vita in termini fantastici” (www.fantascienza.com/23835/i-robot-lunari-di-rudy-rucker).

4 commenti su ““I ROBOT LUNARI” DI RUDY RUCKER”

      1. Ho letto il saggio sulla quarta dimensione e alcuni racconti ambientati in ‘flatlandia’, oltre al suo blog e a una sua webzine piuttosto vecchia che si chiamava FLURB. Inoltre la sua definizione del concetto narrativo di ‘gnarl’ mi ha spesso aiutato nel trarre ispirazione.

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