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SIR ARTHUR IGNATIUS CONAN DOYLE – EDIMBURGO, 22/05/1859 – CROWBOROUGH, 07/07/1930

È stato uno scrittore e drammaturgo scozzese, considerato, insieme ad Edgar Allan Poe, il fondatore di due generi letterari: il giallo e il fantastico.

In particolare è il capostipite del sottogenere noto come giallo deduttivo, reso famoso dal personaggio dell’investigatore Sherlock Holmes. La produzione dello scrittore tuttavia spazia dal romanzo d’avventura alla fantascienza, dal soprannaturale ai temi storici. Dai suoi capolavori sono stati tratti molti adattamenti cinematografici e televisivi.

Arthur Conan Doyle nacque in Scozia il 22 maggio 1859 in un piccolo appartamento di Edimburgo, al numero 11 di Picardy Place. Suo padre Charles Altamont Doyle era inglese con remote origini irlandesi, mentre sua madre Mary Foley era irlandese. Il cognome composto lo prese dal prozio Michael Conan, noto giornalista dell’epoca. Il giovane Arthur, secondo di dieci figli, iniziò i suoi studi presso una scuola della sua città per proseguire alla Hodder Preparatory School nel Lancashire. I suoi studi più importanti proseguirono presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola cattolica di Clitheroe, poi ancora in Austria, in un altro collegio gesuita e infine all’Università di Edimburgo dal 1876, da cui uscì laureato in Medicina e Chirurgia nel 1885.
Aprì, con scarso successo, uno studio medico nel Southsea, sobborgo di Portsmouth: fu proprio in questo periodo – complice la disponibilità di tempo – che Doyle cominciò a scrivere le avventure di Holmes, che così iniziarono ad avere un discreto successo presso il pubblico britannico. Il primo romanzo sul detective dal fisico asciutto fu Uno studio in rosso, del 1887, pubblicato sul Beeton’s Christmas Annual, in cui il narratore, il dottor Watson, che in un certo senso rappresenta l’autore stesso, presenta Holmes e la sottile scienza della deduzione. A questa prima opera fece seguito Il segno dei quattro (1890), opera che gli valse enorme successo. La famosissima frase “Elementare, Watson!” non viene mai pronunciata nelle storie di Doyle.
Conan Doyle, nonostante l’enorme successo (senza pari nella storia della letteratura poliziesca), non legò mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, che odiava perché divenuto più famoso di lui. Lui stesso, nel 1927, disse che aveva scritto di Holmes più di quello che intendeva inizialmente fare, perché le sue mani erano spinte a scrivere dall’insistenza di alcuni suoi amici. Conan Doyle era invece maggiormente attirato da altri generi letterari come l’avventura o il fantastico o come opere di ricerca storica: in questo campo realizzò romanzi storici come La compagnia bianca (1891), il suo antefatto Sir Nigel (1905) e la serie di sedici racconti storico-satirici sulle immaginarie avventure del brigadiere Gérard (pubblicati tra il 1894 e il 1903). Classico testo di storia militare fu invece The Great Boer War (1900, scritto mentre era corrispondente della guerra anglo-boera in Sudafrica) che gli fruttò nel 1902 il titolo di baronetto. Ripeté l’esperienza di corrispondente di guerra durante la Grande Guerra, visitando anche il fronte italiano, senza però dimenticare la sua attività di romanziere, saggista e giornalista. Scrisse anche, curiosamente, il libretto di un’opera lirica comica, Jane Annie, in collaborazione con l’amico James Matthew Barrie nel 1893.

Doyle è stato colto da un improvviso attacco cardiaco mentre si trovava nella sua casa in campagna a Windlesham, Crowborough, il 7 luglio 1930, a 71 anni. Al suo capezzale lo assistevano il figlio Adrian e la sua seconda moglie Jean Elizabeth Leckie, per un ultimo saluto a uno dei padri del giallo. Le sue ultime parole, rivolte alla moglie, furono: «Sei meravigliosa, moglie mia».
La sua sepoltura è a Minstead nel New Forest, Hampshire, presso il cimitero parrocchiale di tutti i santi (it.wikipedia.org/wiki/Arthur_Conan_Doyle).

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