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BLOG: INTERVISTA A J.R.R.TOLKIEN

INTERVISTA DI DENNIS GERROLT TRASMESSA PER LA PRIMA VOLTA NEL GENNAIO DEL 1971 NEL PROGRAMMA RADIOFONICO DELLA BBC RADIO 4 “ED ORA LEGGIAMO…”. Traduzione a cura di Simonetta Vittoria.

Gerrold: Prova qualche senso di colpa per il fatto che come filologo, come Professore di Lingua Inglese che si deve occupare delle fonti concrete della lingua, ha dedicato gran parte della sua vita ad un lavoro di fantasia?

Tolkien: No, sono certo che questo lavoro abbia fatto molto bene alla lingua. In esso c’è decisamente molta saggezza linguistica. Non provo alcun senso di colpa per “Il Signore degli Anelli”.

 

Gerrold: Lei sembra mostrare un particolare affetto per questi confortevoli aspetti casalinghi della vita che la Contea incarna: la casa, la pipa, il fuoco ed il letto – le virtù casalinghe?

Tolkien: Lei non lo prova?

 

Gerrold: E lei, Professor Tolkien?

Tolkien: Si, naturalmente.

 

Gerrold: Dunque ha una particolare predilezione per gli Hobbits?

Tolkien: Ecco perché mi sento a casa… La Contea è molto simile al tipo di mondo nel quale per la prima volta ho preso consapevolezza delle cose, sensazione che forse per me è stata molto più intensa perché non ero nato lì, ero nato a Bloomsdale in Sudafrica. Ero molto giovane quando sono tornato, ma allo stesso tempo si fissa nella tua memoria e nella tua immaginazione anche se non pensi che sia possibile. Se il tuo primo albero di Natale è un eucalipto rinsecchito e solitamente le tue preoccupazioni sono il caldo e la sabbia – poi, proprio all’età in cui la tua immaginazione si sta sviluppando, all’improvviso ti ritrovi in un tranquillo villaggio del Warwickshire, penso che tutto ciò generi un particolare affetto per quella che si potrebbe chiamare la campagna delle Midlands inglesi, basato sull’acqua buona, le pietre e gli alberi di olmo, e i piccoli fiumi tranquilli e così via, e naturalmente la gente rustica.

 

Gerrold: Nel “Signore degli Anelli” aveva l’intenzione che certe razze incarnassero determinati principi: gli elfi la saggezza, i nani l’operosità, gli uomini l’allevamento e la battaglia e così via?

Tolkien: Non intendevo farlo ma quando ti ritrovi queste persone fra le mani devi renderle diverse fra loro, non trova? Certo, naturalmente come tutti sappiamo ultimamente abbiamo solo il genere umano con cui lavorare, é solo creta che abbiamo. A tutti piacerebbe – o almeno ad una gran parte della razza umana – avere un maggiore potere della mente, un maggiore potere dell’arte per mezzo del quale intendo che la distanza fra l’ideazione ed il potere di portare un atto ad esecuzione dovrebbe essere ridotta, e a tutti piacerebbe avere un tempo più lungo se non indefinito nel quale andare avanti ad apprendere e fare sempre più cose. Ecco perché gli elfi sono in un certo senso immortali. Dovevo usare il termine immortali, ma non intendevo che fossero eternamente immortali, ma semplicemente che sono molto longevi e che probabilmente la loro longevità dura tanto quanto la possibilità di vivere sulla Terra. I nani naturalmente sono in maniera abbastanza ovvia – non direbbe che in molti aspetti rammentano gli Ebrei? Le loro parole sono naturalmente Semitiche, costruite per essere Semitiche. Gli Hobbits sono semplicemente gente inglese rustica, resa piccola nella taglia perché ciò riflette (in generale) la limitata ampiezza della loro immaginazione – non la limitatezza del loro coraggio o della loro forza latente (http://tlon.it/intervista-a-j-r-r-tolkien/).

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