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INTERVISTA A ISAAC ASIMOV

Isaac Asimov è senz’altro uno dei più famosi autori di fantascienza al mondo.

Le sue opere come “Io Robot” e “La Fondazione” sono ormai considerati classici del genere, “Notturno” uno dei suoi racconti brevi  è stato proclamato  dai suoi colleghi scrittori, il miglior racconto di fantascienza mai scritto.

Il Dr. Asimov è anche rinomato per la sua abilità di divulgatore scientifico. Ha al suo attivo più di cento pubblicazioni su quasi ogni campo del sapere, dalla fotosintesi alla cosmologia. Autore estremamente prolifico, oltre ad una dozzina di libri di argomento storico ha firmato molte novelle del genere mistery e gialli, antologie letterarie commentate, un libro sulla bibbia, raccolte di poesie.

Stone: Dr. Asimov, nei suoi libri ed articoli divulgativi, sia che trattino di biologia o buchi neri, lei comincia sempre tracciando una linea temporale dei progressi dell’umanità nel settore. Potrebbe cominciare l’intervista dandoci un resoconto del suo “sviluppo storico” personale?

Asimov: Beh, non credo che ci sia qualcosa di particolarmente affascinante nelle mie origini. La mia è una famiglia di immigranti che da un piccolo villaggio in Russia si trasferì a New York negli anni venti. Abitavamo a Brooklyn e i miei genitori gestivano un modesto emporio nel quale ho spesso lavorato durante l’infanzia.

Mio padre pensava che il genere di pubblicazioni vendute, per lo più stampa popolare, fossero “spazzatura” e così non mi permetteva di leggerle. Ma tra tutte la fantascienza faceva eccezione. Mio padre, vede non parlava o leggeva molto bene l’inglese per cui sono sicuro che per lui la “fantascienza” avesse qualcosa a che vedere con la scienza e che dunque potesse essere una buona lettura per me.

Così a nove anni cominciai a leggere fantascienza e successivamente ne diventai così appassionato che raggiunti i diciassette anni cominciai a scriverne per conto mio. I miei primi lavori furono respinti dagli editori ma, dopo parecchi mesi di tentativi riuscii a vendere i miei primi racconti.

Non mi immaginavo che uno potesse guadagnarsi da vivere scrivendo fantascienza, perciò nel frattempo finii le scuole superiori, mi iscrissi all’università alla facoltà di biochimica e così alla fine diventai anche un vero scienziato.

Mi sono anche sposato, ho avuto due figli, ho fatto il servizio militare e tutto senza mai smettere di scrivere fantascienza.


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Stone: Come definisce la fantascienza?

Asimov: Ogni scrittore del genere la definisce diversamente, per esempio il grande editore John Campbell, diceva che le storie di fantascienza sono quelle comprate dagli editori di fantascienza.

Stone: Se la fantascienza aiuta a farci ammettere che il mondo è in continuo cambiamento, non dovrebbe con i suoi racconti e romanzi darci un quadro più accurato possibile di come sarà il futuro?

Asimov: Non conosco alcuno scrittore di fantascienza che si consideri profeta. Gli autori semplicemente non assolvono al loro compito facendo previsioni sul futuro, ma ribadendo, storia dopo storia, il concetto che la vita sarà differente.

Stone: Oggigiorno il mondo cambia con una velocità mai raggiunta in epoche precedenti. Lei crede che la scienza e gli scienziati oggi siano particolarmente importanti?

Asimov: Lo credo fermamente, ne consegue che per me chiunque sia in grado di divulgare il sapere scientifico ai profani ha il dovere di farlo. Dopo tutto nessuno vuole che gli scienziati diventino una casta.

Nessuno si augura che i “pensatori avanzati” della società scendano dal mote Sinai con le tavole della legge, una situazione del genere porterebbe solo a generare odio e timore nei confronti della scienza e degli scienziati, e la paura può essere estremamente pericolosa.

Stone: Secondo lei, che prospettive ci sono a breve per l’umanità?

Asimov: Ad essere sincero non credo che ci siano molte probabilità di risolvere a breve i nostri problemi attuali. Credo che le probabilità che la civiltà sopravviva nei prossimi trenta anni, diciamo fino al 2010, siano inferiori al 50 percento.

Stone: Prevede catastrofi?

Asimov: E’ semplice, se la popolazione continua ad aumentare al ritmo attuale e le risorse disponibili diminuiscono, ci sarà meno cibo ed energia per tutti e inizieremo a azzuffarsi per averli. Il cittadino medio si preoccuperà solo di come procurarsi il prossimo pieno per l’auto, le prossime sigarette, il prossimo pasto…

In tale situazione di stenti, il pianeta andrà in rovina perché la gente sarà assillata solo dalla sopravvivenza quotidiana, senza curarsi dei danni arrecati all’ambiente. Mettiamola così: se devo scegliere se salvare un albero o salvare me, cosa scelgo?

In un mondo segnato da risorse insufficienti il terrorismo prenderà piede e, alla fine qualche governo sarà forzato a pensare che, per garantire una vita decente al proprio popolo, l’unico mezzo sia attaccare un’altra nazione ed impossessarsi delle sue risorse… magari facendo uso di armi nucleari!

E così si diffonderà il caos, anche se nessuno dichiarerà di volerlo, e tutti sinceramente professeranno fede nell’amore e nella giustizia sociale. Se il numero di bocche affamate continua a crescere, non c’è niente che possa contrastare la forza di un’umanità sofferente mossa dall’istinto primario di sopravvivenza! (http://www.isaacasimov.it/interviste.htm)

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