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BLOG: ALLA RICERCA DEI FABBRICANTI DI UNIVERSI

ALLA RICERCA DEI FABBRICANTI DI UNIVERSI: CIVILTÀ EXTRATERRESTRI ED ENIGMI COSMOLOGICI

Pare che alla fine la famosa stella di Tabby non nasconda giganteschi manufatti alieni abbandonati, come speravano in molti. Nel settembre 2015 si scoprì che questa stella – nella costellazione del Cigno – presentava fluttuazioni davvero insolite nella luminosità, registrate dal telescopio spaziale Kepler.

Tra le possibili teorie per spiegare queste variazioni, ben al di fuori delle normali scale di variazione della luminosità periodica di una stella, c’è stato chi ha preso in considerazione l’ipotesi di una sfera di Dyson, una gigantesca opera ingegneristica realizzata da una civiltà extraterrestre per raccogliere l’energia del sole. Una civiltà in grado di sfruttare tutta l’energia del proprio sole per i propri fabbisogni energetici.

Sebbene una simile costruzione dovrebbe lasciare una firma particolare nella radiazione infrarossa, non osservata, l’ipotesi della sfera di Dyson ha esercitato una grande attrazione sull’immaginazione degli astronomi, convincendo quelli del progetto SETI a orientare la propria antenna in direzione della stella per mettersi in ascolto nella speranza di intercettare segnali radio.

Da allora è stato un susseguirsi di ipotesi innovative per spiegare il mistero della stella di Tabby. L’ultima in ordine di tempo è il frutto di una serie di osservazioni della fluttuazione di luminosità da parte di un team internazionale di astronomi, che ha analizzato la luce in diverse lunghezze d’onda, rilevando un’emissione compatibile solo con un oscuramento prodotto da finissima povere spaziale, dal diametro di meno di un micrometro per particella. Pianeti o altri oggetti anche di natura artificiale assorbirebbero lunghezze d’onda diverse, per cui la luce ricevuta sulla Terra risulterebbe diversa da quella analizzata dagli astronomi. Resta da capire da dove venga tutta questa polvere, che non si è mai osservata intorno ad altre stelle in quantità tali da riuscire a coprire in questo modo la luminosità stellare; magari gli ingegneri cosmici intorno alla stella di Tabby hanno fatto esplodere qualche pianeta con la loro Morte Nera, per ragioni a noi sconosciute, o forse qualche loro esperimento andato a male ha fatto saltare in aria buona parte del loro sistema solare. O più probabilmente c’è un’ipotesi naturale.

Per chi, come noi, non dispone che di radiotelescopi e computer, tutto lì fuori può sembrarci informazione da decodificare; ma così facendo, come ci avvertiva lo scrittore polacco in Solaris, continuiamo a non cercare altre forme di vita, ma solo degli specchi su cui riflettere noi stessi. (www.fantascienza.com/23259/alla-ricerca-dei-fabbricanti-di-universi-civilta-extraterrestri-ed-enigmi-cosmologici)

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